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Stessa spiaggia, stesso mare… e la storia si ripete.
C’è chi arriva e posa l’asciugamano e sporge il naso. “Che schifo queste alghe…”
Solo che non sono alghe. E no non fanno schifo.
Quella distesa marrone che molti vorrebbero veder sparire è una delle ragioni per cui il mare è ancora limpido, vivo e in equilibrio.
È Posidonia Oceanica. Una pianta marina superiore, preziosa non solo quando danza tra le correnti sul fondale, ma anche quando si deposita sulla sabbia.
Protegge i fondali, rallenta l’erosione, ospita la vita.
Eppure continuano a rimuoverla come fosse spazzatura.
In questo articolo ti raccontiamo perché la sua presenza, anche quella che sembra fastidiosa, è in realta una dichiarazione d’amore del mare, nascosta tra la sabbia, il sale e il tempo.
E se vuoi scoprire davvero cosa significa rispettare il mare mentre lo vivi, leggi anche il nostro articolo su: “l’avvistamento dei delfini in SUP.”
Cos’è davvero la Posidonia Oceanica?
Ci caschiamo tutti: vediamo quelle strisce marroni galleggiare in mare e pensiamo subito ad un’alga.
Ma non è così.
La Posidonia Oceanica è una pianta marina superiore, dotata di radici, fusto e foglie, capace di formare autentiche praterie sottomarine, vive, pulsanti, ed essenziali.
Si tratta di una specie endemica del Mediterraneo, unica al mondo, che forma vere e proprie praterie sommerse. Le sue foglie sottili e allungate si muove a ritmo delle correnti come fili d’erba immersi nel blu. La incontriamo spesso durante i nostri tour: è li che filtra la luce e accoglie la vita in silenzio.
Come tutte le piante compie la fotosintesi, produce ossigeno e assorbe anidride carbonica, contribuendo all’equilibrio del nostro mare più di quanto immaginiamo.
Anche quando le sue foglie si staccano e vengono trasportate a riva, non è uno scarto ne una fine.
È semplicemente “l’ultimo viaggio”, quello in cui cambia forma ma non funzione continua infatti a proteggere la costa, trattenere sabbia e prendersi cura del mare… anche fuori dall’acqua.
Secondo l’ISPRA (Istituro Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), la Posidonia Oceanica è considerata un habitat prioritario da tutelare in base alla Direttiva Habitat 92/43/CEE dell’ Unione Europea. Non è solo una pianta è una sentinella sileziosa del nostro mare.
È anche un prezioso bioindicatore della salute del mare: la sua presenza indica un’ecosistema marino poco inquinato, stabile e ben ossigenato. Dove la Posidonia prospera il mare è in equilibrio.

Perché è così importante per il mare?
La Posidonia Oceanica è un pilastro invisibile dell’ecosistema marino.
Sotto la sabbia, le sue radici i si intrecciano in un rete fitta di rizomi. Ma a renderla unica è la sua capacità di svilupparsi non solo in verticale, ma anche in orizzontale, creando una vera e propria impalcatura naturale S che stabilizza i sedimenti, rallenta l’azione delle correnti e delle onde e aiuta a proteggere le coste dall’erosione. È come se il mare, attraverso lei, costruisse una diga sommersa fatta di vita.
Ogni volta che ci fermiamo in SUP sopra una prateria di Posidonia, vediamo questa meraviglia con i nostri occhi: l’acqua è più calma, più limpida e il fondale più stabile. E anche l’aria sembra diversa. Non è una suggestione: ogni metro quadrato di Posidonia, infatti, può produrre fino a 20 litri di ossigeno al giorno, contribuendo al benessere dell’intero ecosistema marino (fonte: ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Le sue foglie, così semplici a prima vista, nascondono un intero mondo in mignatura. Pesci colorati, minuscoli crostacei, stelle marine adagiate sul fondo… e poi loro, i cavallucci marini, che si aggrappano delicatamente ai fili verdi come se danzassero sospesi. Sono praterie – nursery, veri e propri rifugi naturali dove la vita si sviluppa protetta e indisturbata.
Senza la Posidonia, il Mediterraneo non sarebbe lo stesso. Tutelarla significa proteggere la biodiversità, ma anche il futuro del nostro mare.
Scudo naturale contro l’erosione
Ogni volta che camminiamo su una spiaggia, dovremo pensare che sotto i nostri piedi c’è un equilibrio costruito dal mare e che molto di quel lavoro silenzioso ma essenziale lo fa proprio lei: la Posidonia Oceanica.
Quando le foglie si staccano e arrivano sulla riva, si trasformano in una barriera naturale contro le mareggiate.
Quella che spesso chiamiamo “sporcizia” è in realtà la banquette: una distesa di foglie secche che trattiene la sabbia, smorza la forza delle onde e difende la costa. Senza di lei, le mareggiate invernali spazzerebbero via metri di spiaggia ogni anno.
E poi ci sono loro: gli egagropili, le famose “palle di mare” che molti ricordano fin da bambini: rotolavano sulla sabbia come piccoli messaggi lasciati dal mare. Sfere compatte formate dal moto ondoso, fatte di fibre di Posidonia intrecciate. Piccoli artefatti naturali, che molti raccolgono e buttano via, ignorando che sono parte di un processo ecologico perfetto.
Purtroppo, la rimozione sistematica della Posidonia delle spiagge non è solo un danno estetico è una ferita ecologica vera e propria. Secondo stime recenti, ogni metro quadrato di prateria perduta può comportare la scomparsa di fino a 15 metri di litorale sabbioso, con conseguenze dirette anche per il turismo e le comunità locali.
È per questo che in alcuni luoghi si sta cercando di rimediare, restituendo al mare ciò che gli è stato tolto.
In Sardegna, a Golfo Aranci, è nato il progetto “Posidonia”: una riforestazione marina realizzata da Woldrise Onlus e zeroCO2, con il supporto dell’ International School for Scientific Diving (ISSD), il patrocino della Regione Autonoma della Sardegna e del comune di Golfo Aranci. In quest’area sono state trapiantate 2500 talee su 100 m2 di fondale.
Non è solo un azione simbolica. È un gesto concreto di cura. Perché ogni prateria che rinasce, ogni foglia che torna a danzare sotto la superficie è una promessa: quella di un Mediterraneo ancora vivo, ancora nostro.
Proteggere la Posidonia significa proteggere tutto ciò che rende il mare un luogo vivo: la trasparenza dell’acqua, le spiagge su cui camminiamo, le creature che ci abitano.
Per troppo tempo, l’abbiamo guardata con fastidio.
Abbiamo pensato fosse sporca, morta, inutile.
E invece era un segno di salute del mare.
Adesso sappiamo riconoscerla.
E possiamo imparare a rispettarla.
Se vuoi provare cosa significa far parte di questo equilibrio vieni con noi.
In piedi sulla tavola, sopra distese di Posidonia, ti sembrerà di sorvolare un giardino sommerso.
Tra le sue foglie si muovono creature delicate come cavallucci marini e stelle adagiati sulla sabbia: frammenti di un mondo che esiste anche se non fa rumore
Perchè il mare parla… basta solo sapere ascoltare.

